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Isla
di Espiritu Santo, Baja California, Messico
Testo
e foto di Folco Quilici
Nell'immaginario
collettivo, l'isola è la meta ideale di chi cerca una
vera vacanza. In epoca di e-mail, telefoni cellulari, televisioni
via satellite, insomma in un mondo dove non sembra esserci
più un luogo dove sia possibile una sola ora di solitudine,
la "ricerca dell'isola" si è fatta frenetica.
Le Seychelles, le Maldive, le Tuamutù o le Tonga, pullulano
di hotel e villaggi turistici che promettono un godimento
- almeno parziale - della desiderata "vacanza isolata".
Certo, oltre a queste isole raggiungibili e sempre più
organizzate, esistono nei mari del mondo le isole deserte.
Ma sono per lo più irraggiungibili. E quando vi si
può sbarcare mancano di quanto è indispensabile
a sopravvivere, dall'acqua, al cibo a un riparo decente. Sono
quindi una meta teorica, perché solo chi partecipa
a bestiali concorsi televisivi è disposto a giocarsi
una vacanza imitando Robinson Crosuè oppure un concorrente
di "Survival". Il mito, quindi, sembra destinato
a restar tale, un sogno irrealizzabile. E tale è sembrato
anche a me, pur dopo tanti decenni di viaggi per mari, oceani
e arcipelaghi. Ovviamente, qualche sbarco l'ho compiuto, in
isole deserte. Ma per restarvi solo il tempo di guardarmi
d'attorno, scattare qualche foto o filmare una scena; per
tornare poi a bordo della barca che a quell'approdo desolato
mi aveva condotto. Un "touch and go" ripetutosi
molte volte e quasi sempre eguale, anche se in diverse aree
marine del mondo. Sino a che
Sino a che sono sbarcato
in un'isola deserta, l'ho trovata meravigliosamente aderente
all'ideale tante volte vagheggiato, e in grado di offrirmi
non solo la possibilità di goderne tutto il suo fascino,
ma anche la possibilità di installarmi per un periodo
sufficiente a godere confortevolmente di tutte le sue bellezze.
E di scoprirne anche alcuni aspetti nascosti, segreti; e per
questo sorprendente. Parlo dell'isola di Espiritu Santu, un
baluardo di rocce rosse, spiagge candide e acque azzurre,
nel Mar di Cortez. Tra la Baja California e il continente,
in Messico, questo mare è uno dei più pescosi
e solitari specchi liquidi del pianeta. La lunga penisola
che la chiude a oriente, conosce un crescente sviluppo turistico,
data la vicinanza con le grandi città degli Stati Uniti.
In particolare il centro di Cabo San Lucas ormai da qualche
anno una delle mete classiche di chi ama l'equivalenza vacanze-bagno
di folla. Ma sul lato opposto della penisola californiana,
il Mar di Cortez ha conservato gelosamente la sua identità
e la sua pace. Sulla costa solo pochi insediamenti, ben organizzati
ma rispettosi della natura. Al largo, un arcipelago di isole
non abitate, meta di appassionati di vela e di immersioni,
in crociere di un giorno o al massimo due, con barche noleggiate
in uno dei porticcioli della costa. Quando anni fa, le avevo
conosciute, mi ero rammaricato di non poter restare in una
di loro; e in particolare dell'Isola delle Perle, chiamata
così per l'abbondanza di ostriche perlifere ribattezzata
poi alla fine dell'800 Espiritu Santo di cui avevo ammirato
la bellezza, fuor d'acqua, e la ricchezza dei fondali, immergendomi.
Ora quel mio desiderio s'è appagato. Sull'isola è
sorto, immerso nella grandiosa solitudine di rocce, cactus
giganti e sabbie dorate, un piccolo, attrezzatissimo campo.
Che ti offre l'impressione d'essere, sì, un Robinson,
ma senza dover affrontare i disagi di un naufragio. Al contrario,
sei libero ma accudito amorevolmente, con attenta precisione.
Dormi bene, mangi ancor meglio e dalla "tua" spiaggia
puoi partire scegliendo ogni giorno un itinerario diverso,
a terra (l'isola è grande) e in mare. Puoi muoverti
in cayak tra baie e promontori. Puoi farti accompagnare sott'acqua
dove si nuota in fondali ricchi di vita. Puoi percorrere sentieri
all'interno dell'isola e scoprire anche resti di villaggi
primitivi. Sei un pescatore, la traina ti offre soddisfazioni
ormai dimenticate altrove, e così il bird-watching
o anche il solo gusto di godere di un paesaggio primordiale
e fotografarlo. L'isola deserta dove puoi trascorrere la desiderata
vacanza "fuori dal mondo" offre anche altre possibilità:
un safari alla vicina isola delle foche, nuotando tra di loro
senza pericolo nemmeno per i bambini, oppure un safari più
impegnativo, con barche d'altura, per avvicinare branchi di
easy whale, la balena che qui è di casa, perché
protetta. L'"isola" nel senso vero della parola,
dopo tanti itinerari nel mondo, l'ho trovata finalmente qui.
Al centro di un mare che solo ieri era molto lontano, ma ora
si può raggiungere in volo faticando meno di quanto
si è costretti a faticare lottando con autostrade,
porti e traghetti del nostro amato ma ormai frenetico Mediterraneo.Folco
Quilici
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